L'omeopatia serve? Rispondiamo alla trasmissione Presa Diretta
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L’omeopatia serve? Rispondiamo a Presa Diretta

L’omeopatia serve? Rispondiamo a Presa Diretta

L'omeopatia serve? rispondiamo anche noi a Presa Diretta
L'omeopatia serve?

La Medicina è Una. La medicina è scienza. L’omeopatia serve?

Gli operatori sanitari che la formano, i medici, visitano persone con malattie, fanno diagnosi e prescrivono di conseguenza una terapia o un percorso diagnostico di esami per arrivare ad una diagnosi. Eppure non è sempre così automatico e lineare il percorso diagnostico e terapeutico.

Il medico dovrebbe essere una persona che oltre ad essere preparato nel campo di competenza, dovrebbe ascoltare i pazienti, conoscere le abitudini di vita, le modalità di reazione alla malattia, fare domande approfondire per conoscere in modo per così dire intimo, il proprio paziente, non tutti reagiscono allo stesso modo e con gli stessi sintomi per una certa malattia.

L’individuo è unico.

Le malattie invece, sono uguali per tutti.
Eppure il modo di manifestare i sintomi e le modalità possono essere diverse tra un soggetto e l’altro.

L’omeopatia serve?

La Medicina omeopatica e le discipline mediche, cosiddette olistiche, prendono in considerazione non solo il sintomo o i sintomi che il paziente manifesta, ma anche il modo di manifestarli, le reazioni fisiche e psichiche, il temperamento e le emozioni con le quali vive il disagio o la malattia.
Le critiche rivolte alla medicina omeopatica sono dirette principalmente ai prodotti utilizzati, considerano i rimedi o farmaci omeopatici, privi di principi attivi, rilevabili attraverso le comuni analisi chimiche.

È vero, poiché il prodotto omeopatico è preparato a partire dal principio attivo, attraverso diluizioni con dinamizzazioni successive, il principio attivo praticamente viene così diluito da non lasciare traccia oltre ad una certa diluizione.

L’effetto ottenuto con questo tipo di preparazione è una informazione di tipo elettromagnetica, frequenze quindi, non principio chimico.
La differenza è sostanziale.

Le frequenze e i campi elettromagnetici, sono in grado di stimolare i recettori biochimici posti sulle membrane delle cellule, stimolando reazioni specifiche che dovrebbero portare alla guarigione o miglioramento il paziente.

I principi dell’omeopatia risalgono a più di duecento anni fa.
E da allora diversi studi scientifici sono stati fatti, nel tentativo di spiegare i meccanismi d’azione dei rimedi naturali, riuscendoci qualche volta, mentre a volte non si è arrivati a spiegarne o comprenderne il meccanismo terapeutico.

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Eppure funziona.

L’applicazione della medicina omeopatica prima di tutto è ad appannaggio dei medici che seguono specifici corsi post universitari, non tralasciando la possibilità di utilizzare il farmaco allopatico se necessario.

Il Medico dovrebbe agire in scienza e coscienza nel rispetto del codice etico e deontologico della professione. Primo non nuocere.

Quindi se utilizzo in farmaco omeopatico non rischio di nuocere o creare danno, la possibilità di avere beneficio o non averne è un aspetto che il medico deve valutare e spiegare al paziente. Cosa che accade anche con i farmaci tradizionali.

Quindi l’omeopatia serve? Ma quando il paziente si rivolge al medico omeopata?

Quando le cure tradizionali non sono state in grado di curare i disturbi per i quali si è rivolto al medico curante.

L’attenzione che viene posta al paziente da parte della medicina tradizionale, prende in considerazione solo i sintomi e quindi da questi nasce una presunta diagnosi e poi una prescrizione terapeutica.
Pensiamo ai bambini, alcuni pediatri, 1 su 4, utilizza rimedi omeopatici per curare le comuni malattie dei bambini.
Molto spesso con risultati sorprendenti, certo non sempre si hanno risultati positivi, come accade in ambito medico a volte. Come possiamo immaginare, un bambino non è condizionabile, influenzabile sul piano emotivo e quindi beneficiare dell’effetto placebo, come evidenziato da chi critica l’omeopatia.

Viene chiamato in causa l’effetto placebo del rimedio omeoptaico.

Non è proprio così perché sono state fatte ricerche con diluizioni di principi attivi per la cura e il controllo delle reazioni allergiche misurando la liberazione di istamina da parte delle cellule competenti, i mastociti, controllando prima e dopo l’uso del farmaco omeopatico, confermando una diminuzione della liberazione di istamina con l’omeopatico (P. Bellavite)

Che dire dell’uso dell’omeopatia in veterinaria? Animali si possono condizionare come gli uomini?

Non credo.

Quindi se un prodotto omeopatico ha attività terapeutica sui bambini e sugli animali, si presume che questo effetto sia dovuto al principio attivo e non all’effetto placebo.

Concludendo, esiste una medicina e non tanti tipi di medicina.

Il rispetto per la persona prima di tutto, e l’attenzione alle terapie da proporre dovrebbe essere una delle priorità da parte del medico.

Prof. Giuseppe Di Fede
Direttore Sanitario I.M.Bio Istituto di Medicina Biologica Milano e Istituto di Medicina Genetica Preventiva I.M.G.E.P Milano Docente nel Master di Nutrizione Umana c/o Univ. Pavia Socio Fondatore Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate A.R.T.O.I.

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