Sindrome del pudendo
La sindrome del pudendo (nevralgia del pudendo) o sindrome da intrappolamento è caratterizzata da un dolore cronico localizzato al perineo e alla pelvi.
Il nervo pudendo fa parte del plesso sacrale (S2/S4) e innerva gli organi genitali esterni di uomo e donna, il perineo e l’ano. Controlla i muscoli del pavimento pelvico.
In caso di nevralgia del pudendo i dolori che si provano sono inimmaginabili!
Anche stare seduti può essere una tortura, per non parlare di problemi di natura sessuale che arrivano spesso a rendere impossibili i rapporti.
Io il pudendo lo chiamo affettuosamente “il nervo dell’amore”!
La sindrome del pudendo è definita una patologia rara, ma secondo il mio modesto parere, non è poi così rara. Purtroppo non tutti hanno le conoscenze per diagnosticarla in tempi rapidi. Può accadere, ed è accaduto, che persone colpite da questa sindrome abbiano atteso anche 5 anni per arrivare ad avere un quadro esatto della propria condizione.
Purtroppo a volte questa sindrome viene totalmente fraintesa e il paziente può trovarsi ad essere trattato come “instabile“, affetto da disturbi psicologici, immaginari. Capita purtroppo molto spesso alle donne – facili ad essere additate come malate immaginarie – e per questo mi sento di dover ammonire gli addetti ai lavori.
L’ascolto del paziente è fondamentale e doveroso e soprattutto deve essere imprescindibilmente esente da giudizi personali di qualsivoglia genere! Se non si è in grado di farlo, meglio cambiare lavoro! Almeno in questo modo si evitano danni!
Torniamo a noi.
La sindrome del pudendo è una patologia che colpisce maggiormente le donne.
L’eziologia – cioè la causa – secondo la medicina ufficiale non è conosciuta.
Durante il mio lavoro, tramite l’osservazione dei casi che ho trattato e gli studi per approfondire, ho potuto però farmi un’idea più chiara di quel che potrebbero esserne le possibili cause:
- un trauma diretto al sacro
- esiti di episiotomia
- cistiti ricorrenti
Un trauma all’osso sacro può infatti causare la compressione del nervo causandone l’intrappolamento.
L’episiotomia durante il parto può tagliare fibre del nervo stesso.
Cistiti ricorrenti possono causare un aumento dei fibroblasti a livello della fascia prevescicale e dei legamenti pubovescicali. La fascia vescicale è connessa al sacro attraverso la fascia sacrorettovescicogenitopubica.
Un irrigidimento della fascia vescicale può tirare in modo disfunzionale l’osso sacro che andrà ad adattarsi con una torsione. Questa torsione può stirare tutti i nervi del plesso sacrale tra cui, oltre allo sciatico, anche il pudendo.
Detto questo è importante capire la causa che provoca il dolore per poter agire con le corrette manovre osteopatiche.
- natura traumatica – in questo caso lavoro l’osso sacro con manovre fluidiche. Se fosse presente una lesione intraossea dell’osso sacro (vi ricordo che anche l’osso al suo interno è pieno d’acqua) procedo nello sblocco con tecniche ad energia muscolare. In questo caso punto al ripristino della giusta posizione ed al corretto movimento di flesso estensione del sacro.
Di rado uso tecniche di trust per evitare ulteriori traumi. Controllo e lavoro il nervo pudendo trattando il canale di Alcock da dove si può contattare esternamente il nervo. - postumi da episiotomia – Agisco su eventuali aderenze cicatriziali causate dal taglio per ripristinare l’elasticità dei tessuti e migliorare la microcircolazione. Queste manovre aiutano il pudendo a scorrere meglio. In questo caso tratto l’osso sacro con tecniche di cranio sacrali e cerco di liberare il nervo dal canale di Alcock
- natura viscerale (frequenti cistiti) – se l’ascolto mi porta sulla fascia vescicale, prevescicale o sui legamenti pubovescicali utilizzo le tecniche del Dottor. Jean-Pierre Barral. Ideatore e luminare dell’osteopatia in ambito viscerale. A fine trattamento controllo sempre il posizionamento dell’osso sacro e i suoi movimenti e il canale di Alcock
Per trattare la sindrome del pudendo tutte le tecniche che ho elencato sopra, sono delicate e non invasive.
In generale, e in particolare nei casi da me trattati, se si intuisce tempestivamente la causa primaria del malfunzionamento del pudendo, il corpo reagisce subito e positivamente.
Ricordo il mio motto personale dell’osteopatia: un corpo ben ascoltato è già mezzo sanato.
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